giovedì 2 febbraio 2006

Sindrome da panico post-laurea

Tra i quasi-trentenni neolaureati (dei quali sono fiero portavoce) si aggira una inquietante sindrome nota ai meno come: ”sindrome da panico post-laurea”.

Tale sindrome mostra una sintomatologia estremamente caratteristica ed, in quanto tale, facilmente riconoscibile.

Ma vediamo con calma in quale humus la sindrome si sviluppa.

Il giovane neolaureato proviene da un +o- lungo periodo universitario durante il quale ha dovuto sopportare un’inenarrabile quantità di soprusi. Lezioni con orari assurdi, Esami orale, Esami scritti, Test in itinere, Tesine, Relazioni, Appelli rimandati, Bocciature, n-esime ripetizione di esami, . . . A tutto ciò va aggiunto un periodo di tesi durante il quale qualsiasi laureando rischia seriamente di compromettere la sua salute mentale. A tutto ciò va aggiunto il fatto che per diversi anni, lo studente medio, è costretto a vivere in una situazione di restrittezza economica a causa dei non trascurabili costi universitari.

Tutti questi fattori fanno sì che lo studente carichi di sproporzionate aspettative la laurea.

Si aspetta di poter finalmente smettere di studiare cose di cui non gliene importa niente, pensando di cominciare a lavorare su cose a cui è interessato e per le quali ha scelto di prendere la laurea. Ma la cosa a cui aspira principalmente è quella di avere un minimo reddito che gli possa permettere di smetterla di chiedere i soldi ai genitori.

Aspettative talmente ovvie da poter apparire banali!

Nulla di più sbagliato!

La situazione in cui si trova il quasi-trentenne neolaureato equivale ad un limbo infinitamente affollato di disoccupati di appartenenti ad una fascia di elevata istruzione. Ecco la parola magica, “elevata istruzione”, cioè conosci un sacco di cose inutili ma non sai fare. Sulla carta sei istruito a dovere ma nella pratica non hai alcuna esperienza. In una parola, “sei fottuto!”.

Il quasi-trentenne neolaureato terrorizzato dal fatto di aver sprecato almeno 5 anni della sua vita, si aggira quindi nei meandri dei siti internet dedicati alla ricerca di lavoro, riempie tutti i form dei siti web delle grandi aziende multinazionali e spedisce una quantità infinita di curriculum vitae. Dopo un periodo più o meno lungo di attesa comincia a fare i primi colloqui. Tipicamente, i primi vanno malissimo perché le aziende ti chiedono cose incomprensibili. Ti fanno test di lingua assurdi se confrontati al livello di istruzione datoti dalla scuola pubblica, ti mettono davanti a “problemi aziendali” (così li chiamano) irrisolvibili che non hanno nulla a che vedere con quello per cui hai sudato sui libri. Ti massacrano immediatamente appena scoprono che la tua esperienza rasenta lo zero perché hai passato gli ultimi anni della tua vita a studiare materie assolutamente inutili (che errore!).

Il quasi-trentenne neolaureato comincia a farsi prendere dal panico. Venendo, quindi, ai sintomi, comincia a sudare freddo e si chiede continuamente ma chi me lo ha fatto fare. Si confronta giorno dopo giorno con le domande di amici e parenti del tipo:”allora, cosa stai facendo?”. Come dire:”idiota di un laureato, perché non sei in grado di guadagnare di più di un manovale qualunque?”.

Entra in una situazione di pessimismo cosmico nella quale l’unica via di uscita sembra essere: cerca lavoro come manovale!!!!!!!!!!

nu

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao nu!
cosa dire.. sai che ho 30 anni e ho trovato lavoro appena laureato..
questo non cambia la realtà che tu descrivi.. il mio è stato un colpo di fortuna galattico.. la verità è che l'università non prepara per il lavoro e non ti dà neanche la "forma mentis" per affrontarlo: non si può applicare la metodologia e la tempistica tipica del mondo universitario al mondo lavorativo.. c'è un abisso di differenza.. basta pensare soltanto al fatto (e tu già lo sai..) che mi sto facendo strada in azienda piano piano prevalentemente grazie ad una tecnologia (ie. linux) che ho imparato DA SOLO togliendo tempo agli studi universitari! non solo.. le tematiche che vengono affrontate metterebbero a dura prova anche professori e sistemisti delle università.. (parlo comunque in generale..). L'università si barrica dietro questo concetto della forma mentis e della preparazione che deve essere per forza di cose generalista.. la verità è che a volte non c'è dentro l'università (parlo di Informatica ma la questione si può allargare ad altre facoltà) la preparazione per affrontare tematiche o progetti di rilevanza mondiale! chiudo ricordando che linux è nato come progetto universitario.. ciao
Grimalkin

Anonimo ha detto...

ciao piccolo chimico!
Leggendo il tuo post, ho avuto la "bruttissima" sensazione che parlassi di me...ma so di non essere il solo in questa situazione.

Ho 26 anni appena compiuti, sono laureato, ho molte ambizioni, ma nessuna esperienza lavorativa rilevante. Voglio dare il mio contributo raccontando come sono stato colpito dalla sindrome.

Voglio premetterere che sono siciliano e, sfortunatamente, la terra in cui vivo, oltre ai paesaggi, al mare, al clima e alle belle ragazze, ha poco da offrire ad un giovane neolaureato che si accinge alla ricerca di un'occupazione soddisfacente.

Dopo un periodo di riposo, che ci può stare soprattutto se in estate, mi misi seriamente alla ricerca di un impiego. Inviati i primi CV, ricevetti subito risposta da una grossa multinazionale che stava cercando giovani "cavie" in tutto il territorio nazionale. Feci il primo colloquio a Milano e dopo tre settimane me ne comunicarono l'esito positivo ... Pensai che la realtà lavorativa non era poi così brutta come molti me l'avevano descritta, che potevo farcela da solo ... Povero illuso!

Superato il primo colloquio, mi aspettava il successivo livello di analisi: il colloquio con il MANAGER! Il colloquio si svolse a Roma. Una giornata così brutta non l'avevo mai vista sino a quel momento. Arrivai all'appuntamento completamente bagnato, grazie soprattutto alla civiltà di alcuni romani che allegramente passavano con l'auto a tutta velocita, vicino al marciapiede in cui l'urbano mi aveva lasciato. Il colloquio fu molto strano. Le domande che il manager mi pose mi sembrarono così fuori luogo che ebbi l'impressione di aver sbagliato società.
Ritornato a casa, dopo altre 4 settimane di attesa mi comunicarono che non ero idoneo alla posizione ricercata dall'azienda.
Mi resi conto di aver buttato al vento quasi 2 mesi e 2 biglietti aerei (che per un disoccupato sono veramente troppi)!

Capii di essere affetto dalla sindrome...

Questa eperienza mi ha insegnato molte cose:
- Chi non lavora, non ... ha la raccomandazione;
- I colloqui di selezione sono dei video game a livelli;
- L'alternativa alla manovalanza (che rispetto tantissimo) è l'espatrio.

Per tutti coloro che hanno intensione di iscriversi all'università pensando che sia la chiave per un sicuro lavoro dico: "Ne siete proprio sicuri? Pensateci bene..."
Ciao
Sky

Anonimo ha detto...

Caro "piccolo chimico", finalmente sono riuscito a visualizzare questo benedetto blog!!!
Come Sky, nostro fedelissimo amico, anch'io mi sento assoluto protagonista dello sfogo post-laurea. In realtà penso che l'input ti sia venuto proprio in una di quelle sere trascorse insieme, fustigandoci sulla tristissima realtà che ci circonda!!!
L'ultimo soppruso subito è stato qualche giono prima che finisse il 2005. Tutto è iniziato quando mi recai alla manpower, una delle tante azenzie di lavoro temporaneo, la quale dopo aver somministrato l'n-simo colloqui mi chiede se ero interessato ed un colloquio, un altro...., direttamente alla BNL (banca nazionale del lavoro), beh che fare...quasi quasi...accetto!!!
Allora che faccio? Metto in moto un amico che so di avere delle conoscenze in loco (si badi è la prima volta che faccio questo dopo centinai di fallimenti dovuti alla mancanza della .....).
Mi reco alla BNL, a Ct, tre secondi ed esco. Cazzo!!! allora tutto è andato come previsto, penso. E invece NO!!!!
Ecco la beffa: mi reco dal contatto, dopo circa una settimana (visto che nessuno si era fatto sentire) e gli chiede se avesse delle notizie da darmi.
In realtà già a vederlo avevo capito...comunque... Il contatto mi dice che PURTROPPO (cazzo 'sta parola mi fa schifo!!) i posti in palio erano due e che questi avevano una fottutissima pedata nettamente più alta!!!
Minchia!!!!

Joshua

Anonimo ha detto...

Ho riletto il mio sfogo...cazzo quanti errori!!!
La prox volta sto più attento.


Joshua

Anonimo ha detto...

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Unknown ha detto...

Non potevi descrivere meglio la mia situazione. Manca solo la voglia di abbandonare l'Italia, ma di non riuscirci. Poi è perfetto.

master ha detto...

condivido pienamente i vostri commenti e infatti io per entrare nel mondo del lavoro mi sono preparata frequentando un master.